ANALISI: COME IL NUOVO FONDO HA RIDATO SENSO ALLA FERRARI SF-24

Analisi Tecnica Ferrari SF-24 – L’evoluzione della vettura italiana non è stata lineare, né si è sviluppata senza intoppi. Il modello che abbiamo potuto apprezzare sin dalla presentazione era sostanzialmente un’evoluzione dei concetti introdotti verso metà stagione 2023 sulla progenitrice SF-23. Si trattava quindi di una monoposto che necessitava di ulteriore sviluppo per consolidare i concetti che a Maranello ritenevano idonei per chiudere la distanza con i leader del campionato.

Nel lungo focus tecnico pubblicato nei giorni scorsi, che potete leggere a questo link (clicca qui), abbiamo ripercorso tutte le tappe di un’evoluzione che purtroppo non è stata completamente efficace, generando problemi così rilevanti da richiedere tempo e risorse per essere risolti. Per riassumere, la Ferrari ha attraversato quattro fasi di sviluppo nel 2024:

  1. Pacchetto di Imola;
  2. Update spagnoli;
  3. Aggiornamenti introdotti in Ungheria;
  4. Il nuovo fondo presentato a Monza, che è al centro dell’analisi odierna.

Le novità portate al Montmelò erano state anticipate rispetto al cronoprogramma (l’idea iniziale era di introdurle a Silverstone, ndr), per superare le difficoltà emerse dopo la straordinaria vittoria di Leclerc a Montecarlo. Tuttavia, quegli aggiornamenti, come riportato nel nostro approfondimento menzionato in precedenza, avevano generato un eccesso di carico aerodinamico, che i sistemi sospensivi non riuscivano a gestire adeguatamente. Questo ha causato il “bouncing”, che ha limitato la performance della vettura per diverse gare.

Per correggere questo difetto, è stato fatto un primo passo in Ungheria, dove le modifiche hanno funzionato immediatamente, come confermato anche in Belgio. I miglioramenti hanno dato buoni risultati anche in Olanda, ma erano necessarie ulteriori puntualizzazioni aerodinamiche, che sono state raggiunte con il nuovo fondo introdotto in occasione del Gran Premio d’Italia. Questo ha contribuito alla vittoria di Charles Leclerc, ma soprattutto ha aiutato a superare determinate difficoltà e a gestire meglio gli pneumatici Pirelli, uno degli aspetti fondamentali della Formula 1 attuale.

Analisi Tecnica – il pacchetto Monza che ha ridato verve alla Ferrari SF-24

Gli aggiornamenti apportati per l’evento brianzolo si concentrano principalmente sul fondo della monoposto, accompagnati da piccoli affinamenti della carrozzeria. Tra questi, si nota il posizionamento della telecamera nella zona del muso e una modifica al supporto orizzontale a cui è agganciato lo specchio retrovisore. Il grosso del lavoro è stato svolto nella parte bassa della vettura. Dalle aree visibili, si può notare che gli interventi più significativi sono stati eseguiti sui bordi dei pavimenti e nella zona del diffusore.

Prima di addentrarci nell’analisi di questo elemento cruciale di una Formula 1 – e in particolare della SF-24 – è importante sottolineare che la Ferrari ha introdotto anche un pacchetto a basso carico specifico per il tracciato monzese, da cui partiamo.

Per quanto riguarda l’avantreno, la Rossa ha utilizzato la specifica di ala anteriore già impiegata in Belgio, ma con spoiler caratterizzati da una corda ancora più ridotta, per adattarsi alle elevate velocità richieste dallo storico circuito italiano. Va ricordato che a Spa-Francorchamps si sarebbe dovuta utilizzare la versione prevista per Monza, ma questa è stata scartata a causa delle avverse condizioni climatiche, che hanno reso necessario un maggiore carico aerodinamico.

Nelle due immagini a seguire si possono apprezzare le differenze tra la versione dell’ala usata a inizio stagione – per la precisione in Bahrain – e quella introdotta a Monza che, come detto, è “figlia” del disegno visto in occasione del Gran Premio del Belgio vinto da Lewis Hamilton.

Per quanto riguarda il posteriore la Ferrari ha portato una configurazione specifica a bassa deportanza per adattarsi a una pista unica nel suo genere. Nell’illustrazione di Chiara Avanzo in basso, possiamo notare il dettaglio dell’alettone posteriore.

L’elemento segue la linea di sviluppo introdotta a Imola e si differenzia da quello utilizzato sulla SF-23. L’anno scorso, infatti, gli ingegneri del Cavallino Rampante avevano optato per un riadattamento della specifica introdotta nel mondiale precedente, nel 2022, sulla F1-75. Il modello attuale si basa su un singolo pilone e presenta un profilo principale più a cucchiaio rispetto a quanto proposto in precedenza.

L’obiettivo è la ricerca della massima efficienza, che si cerca di raggiungere anche “tagliando” la parte esterna dell’endplate, proprio nella zona che si congiunge con il grande profilo alare.

Analisi tecnica Ferrari SF-24: il fondo è l’elemento “pivot”

Veniamo all’elemento-perno del “pacchetto Italia”: il fondo. Il particolare introdotto a Monza è nuovo in tutte le aree che lo compongono. Il filo conduttore degli aggiornamenti presentati dalla Ferrari, anche quelli che non hanno funzionato immediatamente come la versione spagnola, è mantenere continuità con le soluzioni introdotte al Gran Premio dell’Emilia Romagna. Per accogliere il nuovo fondo, la parte inferiore delle pance è stata rivista. Rispetto a prima, si nota un sottosquadro ancora più pronunciato, che lavora in combinazione col nuovo elemento che sfiora l’asfalto.

Il pacchetto Monza è una reazione a quello introdotto a Barcellona che, secondo Jock Clear, capo ingegnere delle prestazioni della Ferrari, aveva generato molto carico causando rimbalzi, ai quali il team ha dovuto rispondere con un fitto e impegnativo programma di test in pista, oltre a un lavoro sfiancante in fabbrica, che ha comportato l’investimento di molte ore in CFD e galleria del vento.

Il tecnico ha spiegato che il percorso generale di sviluppo non è cambiato dopo Barcellona, ma è stato solo perfezionato una volta che si sono resi conto che il bouncing stava compromettendo tutti gli sviluppi. Questi sono rimasti quelli programmati, ma si è corretto il difetto principale, rappresentato da un fondo inefficace. Infatti, le novità di Monza ruotano tutte intorno al fondo, che è stato modificato sia nei canali di ingresso, sia nei bordi di uscita, sia nella zona dell’estrattore, e probabilmente anche nella parte inferiore, non visibile ai nostri occhi.

In linea di massima, si può osservare che il volume della zona è stato modificato rispetto alla versione precedente. La gran parte delle novità dovrebbe presentarsi nella zona nascosta alle telecamere. In ogni caso, l’obiettivo è quello di contenere la dispersione dei flussi per dirigerli meglio verso il posteriore della vettura. Dall’illustrazione che potete consultare in basso, si nota come la parte esterna della paratia verticale, quella che si usa definire “bordo tagliente”, sia stata rivista nelle dimensioni, con un abbassamento di qualche millimetro della parte superiore. In generale, l’area è stata semplificata rispetto a prima per controllare meglio i flussi ed evitare un’eccessiva turbolenza.

Come detto in precedenza, anche la parte esterna del pavimento ha subito delle modifiche. Si vede la creazione di una piccola “virgola”, il cui scopo è di sigillare meglio il fondo da quell’area considerata “sporca” — e quindi inutile — che può entrare dai lati, disturbando l’aerodinamica sotto la vettura, cosa particolarmente rilevante in presenza dei canali Venturi.

Sempre alla ricerca di una maggiore pulizia dei flussi, gli ingegneri di Maranello hanno riallocato i sostegni della parte orizzontale del pavimento.

Oltre a queste modifiche evidenziate, gli aerodinamici della scuderia del Cavallino Rampante hanno operato anche sull’estrattore. Il volume generale è stato aumentato con l’obiettivo di produrre una maggiore forza espansiva, contribuendo così all’aumento del carico aerodinamico della monoposto. Una downforce però più efficiente rispetto a prima, in quanto non ha generato il bouncing osservato con il pacchetto spagnolo.

Va però specificato, per completezza di informazione, che questo nuovo fondo andrà testato meglio su piste più probanti. È stato lo stesso Fred Vasseur a sottolineare come Monza non sia un circuito particolarmente indicato per valutare il fenomeno del pompaggio aerodinamico.

La stessa situazione si potrebbe verificare a Baku, che per certi versi presenta caratteristiche simili al tracciato brianzolo. Forse da Singapore in poi capiremo se le soluzioni introdotte dalla scuderia saranno davvero in grado di superare le difficoltà che il pacchetto di Montmelò aveva generato.

Analisi tecnica Ferrari SF-24: gli ultimi interventi hanno avuto effetti benefici sulle gomme

Tutti gli interventi messi in cantiere dalla Ferrari a partire dal Gran Premio d’Ungheria in poi non sono serviti solo a eliminare o contenere drasticamente il bouncing, né a trovare prestazioni pure. La Rossa puntava anche a una migliore gestione degli pneumatici, cosa che si è verificata in maniera lampante sia nel Gran Premio d’Olanda che in quello d’Italia.

In entrambe le tappe abbiamo visto soprattutto un Charles Leclerc, che a inizio anno aveva incontrato delle difficoltà nella gestione delle gomme, soprattutto nella preparazione del giro singolo, salire letteralmente in cattedra. Monza è stato un banco di prova molto severo, visto che la pista era stata totalmente riasfaltata, presentando dunque livelli di abrasività molto elevati rispetto all’anno passato.

La SF-24 ha superato brillantemente l’esame e, in alcune fasi, si è dimostrata addirittura più efficace della più decantata McLaren MCL38, che è stata costretta a fare due soste. Lo stesso discorso vale per la Mercedes, che non è riuscita a optare per una tattica a singolo stop. Per non parlare della Red Bull che da questo punto di vista sembra essere entrata in un vortice dal quale non riesce a uscire.

Quello della gestione gomme non è un fattore incidentale, bensì l’elemento che si cercava insieme alla risoluzione del bouncing. In questa Formula 1, dove l’amministrazione degli pneumatici conta più della prestazione pura, è fondamentale trattare con i guanti di velluto le coperture. Le performance olandesi e, soprattutto, la vittoria di Monza dimostrano che la Ferrari ha fatto un grande passo in avanti da questo punto di vista.

Ovviamente, così come per la totale validazione del fondo, bisogna attendere altri teatri e altre condizioni per promuovere definitivamente la linea di sviluppo tracciata, che potrebbe essere utile per definire il progetto 2025. D’altro canto, la Ferrari ha voluto accelerare sugli sviluppi della SF-24 proprio perché si ritiene che questa vettura sia capace di generare prestazioni e di essere la base per il modello che sarà affidato a Charles Leclerc e Lewis Hamilton.

Le ultime otto gare in calendario, che presentano circuiti molto diversi tra loro in termini di caratteristiche e layout, ci diranno se gli uomini di Maranello avranno centrato gli obiettivi, riuscendo finalmente a dare senso a una vettura che era partita molto bene e si era smarrita nelle pieghe degli sviluppi successivi.

L’importante, però, è che siano arrivati dei correttivi validi che dimostrano come la correlazione tra pista e sistemi simulativi sia tornata a funzionare perfettamente, anche grazie alla rinnovata Galleria del Vento, nella quale è stato installato un nuovo tappeto capace di simulare situazioni complesse come il saltellamento.

Illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica

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