Sono trascorsi esattamente cent’anni da quel 26 maggio del 1923 in cui veniva organizzata a Le Mans, cittadina nel dipartimento della Sarthe a poco più di 200 chilometri da Parigi, la prima edizione del Grand Prix d’Endurance de 24 Heures. Cioè di quella che sarebbe diventata la famosa 24 Ore di Le Mans. Non era, in verità, in assoluto la prima manifestazione motoristica di rilievo che si disputava da quelle parti, perché l’Automobile Club de Sarthe, lì nato nel 1905 e diventato dell’Ouest (in sigla, ACO) nel 1913, aveva già dato vita, il 26 e 27 giugno del 1906, a un memorabile Grand Prix Automobile de France, disputato in due giornate e vinto dall’ungherese Ferenc Szisz con una Renault 4 cilindri alla ragguardevole media di 101,3 km/h. La gara si era corsa su un tracciato di 103 km tra le località di Le Mans, La Ferté-Bernard e Saint-Calais, con strade chiuse al traffico per l’occasione, per una distanza totale di 1.230 chilometri. Il seme della passione era stato gettato.
Banco di prova. Sarebbero passati però molti anni prima che Georges Durand, segretario generale dell’ACO, il giornalista Charles Faroux e l’industriale mile Coquille, rappresentante in Francia della casa motociclistica inglese Rudge-Withworth, si trovassero al Salone di Parigi del 1922 e concepissero una nuova tipologia di competizione, basata più sulla resistenza che sulla velocità assoluta, con l’intento di dimostrare all’opinione pubblica la qualità ormai raggiunta dalla produzione automobilistica e fornendo al tempo stesso ai produttori l’occasione per sviluppare soluzioni innovative, dato che alcuni aspetti delle loro vetture, come l’illuminazione nelle ore notturne e la resistenza dei pneumatici, risultavano ancora carenti. La prima idea prevedeva una gara di sei o otto ore, quattro delle quali al buio, finché qualcuno non se ne uscì con la proposta di estendere la durata a un giorno intero: ventiquattr’ore di corsa ininterrotta, da disputare con auto conformi alle caratteristiche presenti nei cataloghi dei costruttori. Vetture, insomma, che in epoche più recenti avremmo chiamato di serie. Il regolamento avrebbe poi richiesto anche la presenza di una capote, da utilizzare almeno per venti giri, e imposto una velocità minima a seconda della classe di appartenenza, una zavorra di almeno 60 kg da aggiungere al peso del pilota (di almeno altri 60 kg) e l’obbligo, per il conducente, di riparare da solo eventuali guasti, anche utilizzando i ricambi tenuti a bordo dell’auto. Il tutto, su un circuito lungo 17,262 km, realizzato nella periferia della cittadina francese e passante per luoghi dai nomi poi diventati mitici come Mulsanne, Arnage, Maison Blanche. In palio, per chi avesse ottenuto i risultati migliori in tre edizioni consecutive della gara, ci sarebbe stata la Coppa Rudge-Withworth, assieme a un corposo assegno da 100 mila franchi francesi, sufficienti all’epoca per acquistare sei auto di media categoria.
Pronti, via! Arriviamo così alle 16 del 26 maggio 1923, quando 33 vetture, tutte francesi eccetto due (di produzione belga), partono per la corsa sotto un violento temporale, che rende ancor più difficile guidare sul fondo di terra battuta, presto trasformatosi in fangaia. Veniva inaugurata allora anche una tradizione ancora oggi viva, quella di intrattenere il pubblico durante la gara con spettacoli collaterali come concerti, fuochi d’artificio, proieziono di pellicole; i vip, invece, passavano il tempo bevendo champagne e scaldandosi con tazze di zuppa. Secondo le cronache, a vincere la prima edizione è stata la Chenard-Walcker di André Lagache e René Leonard, in grado di percorrere nell’arco delle ventiquattr’ore 2.209,536 chilometri alla media di 92,064 km/h, precedendo sul traguardo un’auto della stessa marca (destinata a scomparire all’inizio degli anni 50), portata in gara dall’equipaggio Bachman-Dauvergne. Alla fine dell’estenuante competizione arrivano trenta vetture, stabilendo un inaspettato record di affidabilità. La leggenda di Le Mans, che ci troviamo a celebrare un secolo dopo (e a vivere di nuovo il 10 e 11 giugno, con l’edizione 2023), era così iniziata.
2023-05-26T05:13:11Z dg43tfdfdgfd